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Il principio delle opposte polarità

  • Immagine del redattore: Dott.ssa Silvia Bouvret
    Dott.ssa Silvia Bouvret
  • 28 apr 2020
  • Tempo di lettura: 3 min

Il principio delle opposte polarità è un tema fortemente condiviso sia dalla psicoterapia della Gestalt sia dalla psicologia analitica junghiana, e anzi costituisce uno dei più interessanti punti di contatto tra i due modelli teorici. Uno dei principi fondanti della Gestalt consiste nell'importanza della Totalità, intesa come possibilità dell'individuo di entrare in contatto con il maggior numero possibile dei suoi contenuti inconsci, delle sue caratteristiche di personalità, dei vari pezzetti che costituiscono l'Uno e che al tempo stesso sono un qualcosa di diverso da esso e lo rendono Totale grazie alla loro singola unicità. Questo principio si applica anche e soprattutto alla personalità dell'individuo che viene considerato come un conglomerato di forze polari (multipolarità come buono-cattivo, introverso-estroverso, sgarbato-gentile...) intersecate fra di loro. E' come se al momento della nascita noi fossimo dotati di tutte le possibili caratteristiche di personalità e dei loro opposti, tuttavia però non ne siamo consapevoli completamente perché alcune di esse sono egosintoniche, cioè accettate dall'Io e quindi conosciute e agite a livello consapevole, mentre altre sono ego-aliene, ovvero allontanate dall'Io che le classifica come spiacevoli, negative o non accettabili. La "persona sana" (cit. J. Zinker) è consapevole del maggior numero possibile delle polarità che esistono al suo interno ed è in grado di accettarle; chi invece non è in grado di compiere questo passaggio avrà numerosi "punti ciechi" della personalità che lo portano ad avere una visione di sé stereotipata e rigida in quanto nega aspetti di sé che è stato condizionato a ritenere inaccetabili (dalla famiglia, dalla società, dal credo religioso...). Questa condizione comporta un grande impoverimento non solo della propria personalità ma anche, consegueguentemente, degli strumenti a disposizione per adattarsi all'ambiente esterno nel modo più funzionale possibile: « è come se avessi un arco ma portassi con me pochissime frecce rispetto a tutte quelle che ho a disposizione. » Questo atteggiamento viene definito come "unilaterale": cioè mi identifico esclusivamente e in maniera rigida con un aspetto della mia personalità, eliminando drasticamente il suo opposto dalla mia coscienza e relegandolo nell'Inconscio, o più precisamente per la psicologia junghiana nell'Ombra. L'Io, non avendo capacità di rifiutare selettivamente i contenuti dell'Ombra, quando si trova ad innalzare la barriera nei confronti di essa da un lato probabilmente allontana da sé aspetti veramente spiacevoli e negativi ma dall'altro lato si priva di un'importantissima fonte di vita e di arricchimento, allontanandosi quindi dal Sé. Infatti quanto più numerosi e significativi sono i contenuti dell'Inconscio assimilati dall'Io, tanto più quest'ultimo si avvicina al Sé, ampliando la sua personalità. Infatti


«se non permetto a me stesso di essere sgarbato, non potrò mai essere veramente gentile»


perché non conosco a pieno cosa significhi esserlo, avendo rifiutato e allontanato da me un aspetto complementare fondamentale. Inoltre i punti chiechi della personalità sono come dei buchi neri: condensano energia e la risucchiano non rendendola disponibile alla personalità con il risultato di farci agire passivamente e inconsapevolemente per contrasto proprio quegli aspetti rifiutati. Jung parlava di realizzazione del Sé (Individuazione), Perls parlava di processo di Integrazione ma il concetto è pressoché sovrapponibile:


« se nel mio cammino non incontro l'Ombra o gli aspetti inconsci, vivrò per certi versi una vita a metà, stereotipata e nevrotica. »

Per fortuna l'Inconscio ha degli strumenti per segnalare queste mancanze e questo atteggiamento unilaterale e provare a drizzare la camminata: questi sono il sogno e sintomi; entrambi hanno il compito di bilanciare e compensare l'unilateralità a cui si è naturalmnte portati e a mettere in luce aspetti nutritivi e nutrienti per la personalità e per il proprio cammino verso l'Individuazione o l'Integrazione. Nessuno dice che si tratti di un percorso o di un processo facile proprio perché si ha a che fare con cose che "scottano" per il singolo individuo: questa è una specificazione importante perché, contrariamente a quanto si è portati a pensare, si possono anche relegare nell'Ombra aspetti considerati positivi dalla società, ad esempio l'essere gentile, ma magari ritenuti negativi dall'individuo stesso che rifiuta una caratteristica di personalità ritenuta genericamente positiva perchè magari è stato cresciuto con questa credenza.

« Contattare i propri aspetti Ombra significa darsi la possibilità di bilanciare le polarità esistenti in noi e ampliare e arricchire la nostra personalità »:


i sogni sono degli importanti consiglieri perché compensano o ampliano la nostra visione di noi stessi, i sintomi invece (per quanto spiacevoli) sono molti utili perché ci portano necessariamente ad una revisione di qualche aspetto di noi stessi e costituiscono un'ottima spinta per conoscere se stessi.

 
 
 

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